Storia della razza

Nella lontanissima preistoria nasceva un’unione tra uomo e cane e, stipulata questa alleanza, il cane fu addomesticato ed imparò a servire l’uomo come guardiano, pastore, aiutandolo anche a trovare cibo, cooperando con lui nella caccia agli animali selvatici.

In compenso l’uomo gli offrì cibo e dimora e in molti casi anche amore morboso, non disdegnando in caso di morte della cagna con i piccoli, di farli allattare dalle donne.

Il cane, questo mammifero domestico, è ancora oggi più che mai simbolo di devozione e fedeltà. Proverbiale è il suo attaccamento al padrone, che ama di un amore disinteressato ed in certi casi è pronto a rischiare la vita per lui. L’uomo, sfrtuttando le diverse capacità, abilità ed il carattere del cane, creò diverse razze distinguendone i vari tipi soprattutto sull’utilizzo, facendone in tal modo un prezioso compagno ed amico.

Il sistema comune di caccia consisteva nella ricerca, nell’agguato e nell’aggressione. Prendendo in considerazione solamente il cane fermatore, il primo cenno attendibile in proposito risale al 1387, cioè la citazione di Gaston Phebus, nella sua opera La Chasse. Diceva dei cani spagnoli: “ Se uno insegna loro a fermare la selvaggina, sono utilissimi nella caccia con le reti”. I cani da penna di Gaston Phebus avevano anche inclinazione naturale al riporto ed erano originari della Spagna. Arkwright non chiarisce se l’origine dei cani da ferma a pelo liscio fosse Italica o Spagnola. Certamente però tali cani esistevano già in Italia e in Spagna dal 1300-1400. Un altro dato sicuro sul cane fermatore lo abbiamo in quanto l’uomo con una rete eseguiva la cattura del selvatico immobile e intimorito dal cane.

All’inizio il cane eseguiva la ferma istigato dall’uomo e non per atavismo, invece in seguito imparò a fermare spontaneamente. Successivamente vennero destinati alla riproduzione soggetti che apprendevano meglio l’addestramento alla ferma, in modo che questa caratteristica venisse fissata nel patrimonio genetico e quindi trasmessa alle generazioni successive.

L’impulso principale alla diffusione del cane da ferma fu certamente dato dalla caccia con il falcone. La caccia con il falco si praticò sino alla scoperta delle armi da fuoco. Con il trascorrere del tempo migliorò l’invenzione dei vari tipi di fucili, producendo armi abbastanza maneggevoli, dando la possibilità ai cacciatori di quel tempo di poter sparare agli uccelli anche in volo. In questo modo il cane è l’ausiliare più importante nella caccia alla selvaggina da piuma.

La popolazione tedesca, sfinita da trent’anni di guerra (1618-1648) non potè dedicarsi, come invece fu in altre nazioni, alla caccia con il cane da ferma e non esisteva in Germania una razza specifica di cani da ferma. Karl Kleeman afferma che nei territori tedeschi furono perciò importati dalla Francia, dove erano molto diffusi, i primi cani da ferma Italo-Francesi. Contemporaneamente vennero importati dalla Spagna dei cani di costruzione più pesante degli Italo – Francesi. In Germania bisogna arrivare al 1700 per avere una certa diffusione del cane da ferma, che veniva allevato presso le corti. Ma avvenne pure che al termine della guerra napoleonica, nei primi anni del 1800, vi fu una notevole importazione di cani Spagnoli, i quali contribuirono alla diffusione del cane da ferma in Germania.

Jost Ammons (1534-1590) raffigura un tipo di cane che assomiglia al cane da ferma tedesco a pelo corto in una scultura di legno. Kleeman dice che i cani allevati in Germania assomigliavano molto ai cani spagnoli. All’origine del Kurzhaar contribuirono i cani della razza Italo- Francese importati dalla Francia nel 1700, e contemporaneamente a questi e anche dopo un secolo, i cani Spagnoli che, incrociati tra loro, produssero quanto di meglio si poteva avere.

La svolta decisiva all’evoluzione del Kurzhaar in Germania avvenne verso il 1870.A ciò contribuirono le migliorate condizioni economiche generali e i territori molto vari che costituivano ambienti ideali per la riproduzione della selvaggina. In queste condizioni i cacciatori tedeschi che alternavano la caccia agli animali da piuma ad animali ungulati, cercarono di migliorare sempre più i loro ausiliari. Ma con il passare degli anni si cominciò a notare in questi cani, un tempo molto efficaci, processi di grave degenerazione, dovuta a sbagliata selezione, cioè troppa consanguineità e ad alimentazione non appropriata. In questo modo il Kurzhaar degenerò e divenne indispensabile per il lavoro, l’immissione di sangue Pointer anche contro decisa ostilità da parte di un gruppo di sostenitori contrari all’incrocio con le razze estere. Questo rinsanguamento servì a migliorare i lati deboli del Kurzhaar, cioè lo scheletro, il sistema nervoso, il pigmento, ma soprattutto le qualità olfattive, pur lasciando inalterate le caratteristiche morfologiche della testa.

Con serietà e competenza gli allevatori tedeschi riuscirono ad ottenere Kurzhaar adatti non solo al lavoro in campo aperto su selvaggina da piuma, ma soggetti adatti anche nel lavoro sulla traccia di sangue e nel lavoro e recupero nell’acqua, ottenendo in tale modo un cane polivalente.

L’allevamento canino in Germania progredì nel tempo, ottenendo soddisfacenti risultati, avendo i tenaci allevatori tedeschi precisi e prefissati obbiettivi sul modo in cui dovevano essere le forme e le caratteristiche che distinguevano i loro cani.